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“Il Tuffatore di Paestum” del pittore Alfonso Mangone incanta Berlino

DiAlfonso Verruccio

Set 14, 2024

È stato un successo travolgente l’apertura  della mostra d’arte collettiva “Back 2 Back Home”, una delle manifestazioni centrali della settimana dell’arte a Berlino, che ha registrato un’affluenza straordinaria di visitatori. Il pubblico berlinese e internazionale è stato conquistato da un evento unico che celebra le dinamiche della migrazione, della trasformazione e della diversità culturale. Attraverso opere che esplorano i viaggi personali e collettivi, l’esposizione indaga il concetto di “casa” in un contesto urbano in continua evoluzione, affascinando chiunque si lasci trasportare da questa profonda riflessione artistica.

Tra i protagonisti della mostra, ha catturato l’attenzione e il cuore di tutti Fernando Mangone, celebre pittore campano, il cui capolavoro ispirato al Tuffatore di Paestum ha portato un soffio d’Italia nella capitale tedesca. La sua opera, simbolo di un legame indissolubile tra passato e presente, ha brillato in un contesto che unisce il fascino dell’antichità alle pulsazioni contemporanee di una metropoli in perenne mutamento. Mangone, con la sua arte visionaria e audace, ha incantato i presenti, offrendo loro uno spaccato delle bellezze italiane attraverso un linguaggio artistico che parla di storia, mito e contemporaneità.

La mostra “Back 2 Back Home”, curata con grande maestria da Giovanni De Feo, anch’egli figura di spicco della cultura campana, ha saputo valorizzare il ricco patrimonio culturale della regione. Entrambi, Mangone e De Feo, sono da tempo ambasciatori della Campania nel mondo, con una carriera internazionale che li ha visti protagonisti tra le arti visive, la musica e le performance. De Feo, noto per la sua capacità di coniugare tradizione e innovazione, ha dichiarato: “Il contributo di Mangone a questa mostra è una testimonianza della forza espressiva che l’arte campana ha sempre avuto, capace di attraversare confini e tempi, rimanendo eternamente attuale.”

L’importanza di questa partecipazione per Fernando Mangone è stata sottolineata dal noto gallerista e critico d’arte Luciano Carini che ha dichiarato: “Mangone è un artista straordinario, un nomade culturale che, nel corso della sua lunga carriera, ha saputo immortalare paesaggi urbani e figure iconiche attraverso una visione unica. Il suo percorso artistico lo ha portato in città come Berlino, Rotterdam, Parigi e Londra, dove ha fatto convivere la tradizione pittorica italiana con le istanze più radicali del Rock e del Punk. Questa mostra rappresenta non solo un omaggio alla sua maestria, ma anche un punto di svolta nella sua carriera, con il ritorno in Germania dopo più di cinquant’anni.”

Ad accompagnare l’artista in questa nuova avventura internazionale, il Dott. Vincenzo Inverso, partner di Mangone per l’occasione, ha sottolineato l’importanza dell’evento: “Questo è un momento significativo non solo per l’artista, ma per l’intero panorama artistico europeo. La sua presenza a Berlino, dopo una carriera che lo ha visto esporre nelle più importanti città d’Europa, fino alla prestigiosa Biennale di Venezia, è un ritorno alle origini della sua esplorazione artistica e un’ulteriore conferma della sua rilevanza sulla scena contemporanea.”

Le opere esposte permettono al pubblico di immergersi in un viaggio attraverso le bellezze italiane, reinterpretate dalla rapida e vibrante pennellata espressiva di Mangone, che porta il dinamismo di un linguaggio visivo quasi jazzistico, frutto di decenni di studio, ricerca e perfezionamento. L’artista è capace di far convivere elementi del passato con la modernità, il mito con l’urbanizzazione, creando scenografie che non si limitano alla contemplazione passiva, ma coinvolgono lo spettatore in un’esperienza interattiva, quasi teatrale.

Fernando Mangone con una profonda riflessione sulla sua arte, ha dichiarato: “Ogni mia tela non è semplicemente una narrazione, ma è un frammento della mia vita, un momento vissuto intensamente, una sensazione catturata in un istante di nebbia creativa e di magico straniamento. Con le mie installazioni e i miei scenari, faccio convivere la vita di ieri con quella di oggi, la mitologia con il quotidiano, invitando lo spettatore a far parte di un dialogo profondo tra l’arte e l’anima. Oggi, anche se sono tornato al mio paese natale, continuo a lavorare, a creare, a raccontare le mie radici, i miei miti e la mia terra, per diffondere bellezza e solidarietà, per favorire l’integrazione e uno spirito inclusivo.”