“Un successo per un viaggio tra i saperi dell’acqua che ha creato emozioni e nuovi progetti”. Così la presidente dell’associazione culturale Stila, Concettina Soldovieri, sulla prima edizione che si è conclusa da poche ore, di Stillafest, il festival nazionale di Scienze, Ambiente e Filosofia dell’Acqua dal
titolo “La goccia che ama la roccia” che si è svolto presso le grotte di Pertosa-Auletta e che ha visto per tre giorni convegni, talk, lectio, musica live, laboratori didattici, spettacoli teatrali, concerti musicali, mostre d’arte e visite guidate.
Un vero e proprio viaggio nella bellezza, tra cultura, tutela dell’ambiente, scienza, storia e filosofia che, partendo con l’anteprima del 31 maggio incentrata sulla didattica con “School Edition”, ha visto una tre giorni dal 7 al 9 giugno, di dibattiti internazionali sul tema della stilla, la goccia d’acqua da amare e tutelare, grazie alla partnership con gli Enti patrocinanti Regione Campania, Provincia di Salerno, Comune di Pertosa, Fondazione Mida, Associazione Grotte Turistiche Italiane, Parco Nazionale Cilento-Vallo di Diano e Alburni, Fondazione Il Cervene, Università degli Studi di Salerno, Legambiente Campania, Comunità Montana Vallo di Diano, Comunità Montana Alto Medio Sele e Tanagro, Ente Riserve Naturali Foce Sele -Tanagro e Monti Eremita Marzano, Centro italiano Riqualificazione Fluviali, Forum dei Giovani della Regione Campania, Associazione Italiana di Oceanologia e Limnologia, Assofrantoi Campania e Tetide.
“Un festival che ci ha fatto navigare tra i saperi dell’acqua, creando entusiasmo ed interesse di giovani, famiglie, studiosi e di artisti, attraverso l’incontro con storie ma anche con emozioni, studio e arte- spiega il presidente di Stillafest. -Un successo per il territorio- ha aggiunto – che è andato oltre ogni aspettativa e che segna l’inizio di un percorso che ci porterà a nuove progettualità”.
Cinque i convegni scientifico-divulgativi con al centro il tema dell’acqua nella scienza, nella storia, nella filosofia e nelle religioni, come ha sottolineato il teologo valdese, Vittorio Secco, nel suo intervento sul ruolo dell’acqua nel Nuovo Testamento- “L’acqua è presente in tutte le tradizioni canoniche neotestamentarie. In particolare -ha spiegato Secco- esploriamo la polivalenza del termine associato non solo all’ acqua; esperienza negativa e distruttrice del Diluvio, ma anche all’ acqua come elemento essenziale per la vita quale simbolo di cura e accoglienza e all’interpretazione del destino dell’ uomo e dell’ universo partendo proprio dall’ esperienza del Risorto. L’acqua- ha aggiunto- diventa elemento narrativo e simbolico, assumendo un ruolo di primo piano
nella comprensione del rituale battesimale, diventando così riflessione ecclesiologica dei primi cristiani”.