La “Natività” e la “Risurrezione di Cristo” sono da secoli due dei temi dominanti nella Storia dell’arte. Se durante il Rinascimento il periodo di massima rappresentazione si è manifestato in modo evidente, il mistero della vittoria del Redentore sulla morte ha continuato ad affascinare numerosi artisti attraverso i secoli, dall’antichità ai tempi più recenti. La storia dell’arte si arricchisce così di intense pagine che narrano l’evoluzione delle arti visive nel corso del tempo, con opere prodotte e illustrate da grandi maestri che hanno affrontato questo importante avvenimento con il proprio linguaggio espressivo unico.
Fernando Mangone, attraverso il suo intenso polittico, rende omaggio al grande mistero della “Risurrezione”, presentando un percorso artistico che attraversa i secoli e gli eventi storici. Si parte da Giotto, considerato precursore della pittura rinascimentale, fino ad arrivare a artisti come Beato Angelico, Piero Della Francesca, Tiziano, Bronzino, Raffaello, Caravaggio, El Greco, Rembrandt e Marc Chagall. Quest’ultimo, con il suo stile cubista e fauvista, dipinge Cristo che tende le braccia verso il mondo, come a proteggerlo dalle avversità e dal male che affligge l’umanità. Il polittico di Mangone unisce la grande storia dell’arte a quella contemporanea, diventando un momento di forte partecipazione emotiva. L’artista reinterpreta, inventa, cancella e sostituisce, aggiungendo elementi che conferiscono alla sua opera un carattere nuovo e moderno. Attraverso il polittico, si può rivivere una parte significativa della storia dell’arte, oltre a comprendere il percorso estetico dell’artista di Altavilla, caratterizzato da personalità, inventiva e gusto cromatico distintivi.
La pittura di Fernando Mangone è permeata da un sentimento intimo e da una meditazione interiore che trasforma gradualmente il reale in visione intima, poesia pura e sensazione spirituale. Le sue opere, luminose e pulite, trasmettono una leggerezza del pensiero e sembrano avvolte da un’atmosfera metafisica, invitando gli osservatori a riflettere sui propri sentimenti e ricordi, e a cercare le origini e l’identità del proprio essere ed esistere. Nelle opere di Mangone, la luce e il colore giocano un ruolo fondamentale, trasformando la realtà in una visione interiore del mondo. La sua pittura, basata sull’emozione e eseguita senza disegni preparatori, ricorda l’Espressionismo lirico per la gestualità delle opere, il movimento e i volumi cromatici che sembrano fluire liberamente. La luce, diffusa e persistente, trasfigura la realtà, conferendo alle opere significati profondi e simbolici legati alla memoria, alle sfide umane, sociali ed esistenziali contemporanee.
Nella vasta produzione di Mangone, si trovano anche momenti di forte sintesi formale e aperture verso l’astratto, dove la fantasia e la creatività prendono il sopravvento. La Risurrezione di Cristo, nell’interpretazione dell’artista, diventa così un simbolo di bellezza e speranza, capace di risuonare con l’arte come forza salvifica, in grado di guidare l’umanità verso una rinascita culturale e spirituale.