Duecentotre pagine tutte scritte in dialetto altavillese. “Quann’era zeca”, scritto dalla maestra Rosaria Di Lucia nel 2010, è uno spledido spaccato della nostra cultura e tradizione. Assolutamente da leggere e da mettere a disposizione delle giovani generazioni. Un libro per insegnare a parlare nel dialetto degli avi. Lo volle così, come e più di Camilleri, l’ insegnante Rosaria Di Lucia, scomparsa da qualche anno. Da quando lasciò la cattedra si dedicò allo studio del dialetto del paese natìo. “N’ accota ri parole ndialetto autavillese” è il dizionario che chiude il volume, un’ utilissima raccolta di vocaboli. L’ idea del libro nacque da un episodio: “Una volta – raccontava la maestra Di Lucia nel libro – le mie nipotine, che vivono nel nord Italia, mi chiesero cosa mai avessi detto e che lingua era la mia”.
La struttura dell’ opera è originale, fatta di piccoli capitoli di storielle, apologhi e poesie. Tutte pescate nella memoria. “Tengo a mmente ca a rumenica u paiese cangiava faccia. Nisciuno fatiava picchè si ricìa r’a rumenica s’a mangia u riavulo e ca pure Dio quanno criao u munno roppo sei s’ arripusao…”
Articolo di Oreste Mottola